Ho appena scoperto (cercando il link originale) che
Razzle ha cancellato tutte le sue storie dal sito e che il link che ha dato al LJ con le sue storie non funge <__<'
Perciò metterò anche la versione inglese in fondo.
La cosa che mi rende felice è che così non devo giustificarmi per non aver tradotto il secondo capitolo xDDD
Il primo l'ho tradotto quando ancora era una shot, poi ne ha messo un'altro, ma per quanto fosse carino, secondo me la shot era perfetta così com'era u.ù
Warnings: E' una sorta di
non-con. Ma non proprio .__. Non so come spiegarvelo senza rovinare tutto il bello della shot xD Non è stupro, comunque, non è niente che qualcuno fa a qualcun'altro. Non proprio, almeno.
Oh diamine.
Non è sconvolgente, comunque, credo. Ma io vi ho avvertite xD
Hush - Silenzio
Al fratello di Tom piace parlare. Ha davvero così tanto, tanto da dire. Gli piace il suono della sua stessa voce e, in sua difesa, non è che qualcuno gli chieda di tacere. Non c'è un limite alla quantità di chiacchiere alle quali è invitato.
Anche a Tom piace il suono della voce di Bill. O meglio, la sua cadenza (così differente dalla sua stessa voce) che riempie le orecchie più di qualsiasi altra cosa. Le chiacchiere di Bill, i sussurri, i lamenti, gli scherzi, le domande e la melodia senza fine che è sempre sulle sue labbra in qualche modo.
Tom finge che lo infastidisca, e qualche volta è certamente meno ben disposto degli altri. Ma la voce di Bill è come la colonna sonora della sua vita e senza non è accompagnato.
Bill è quieto ora. Giace silenziosamente nel suo letto, dormendo senza un rumore. Bill non russa mai, eccetto quando beve davvero, e allora somiglia più ad un respiro pesante e rotto. Ma di solito, dorme tranquillo, e il suo unico suono è il gentile sussurro ogni cinque respiri che si fa strada tra le sue labbra leggermente dischiuse.
Tom non riesce a dormire stanotte. Bill ha bevuto un paio di drink ed è crollato appena la sua testa ha toccato il cuscino. Era così stanco.
Tom pensa che Bill non sia mai stato così bello. Bill non sta per svegliarsi, non sta per fare nessun commento o domanda o qualcos'altro. Bill non lo guarderà interrogativo e non lo farà sentire colpevole del suo sguardo costante o delle pessime, pessime, cose che sente. Tom può semplicemente sedere vicino a lui, guardarlo dormire, studiare ogni centimetro del suo viso, avvicinarsi e controllare, solo controllare, che Bill non se ne sia andato e che non sia cambiato di nuovo mentre Tom non stava guardando.
Bill non si sveglierà neanche se Tom gattonerà sul letto, stendendosi giù accanto a lui, e poggiando il volto vicino al suo. Bill non si sveglierà quando Tom striscerà sempre più vicino, finché i loro nasi si toccano quasi. Tom inclina la testa, sporgendosi, le sue labbra appena sfiorano le gote di Bill, aspirando piano ed odorando il delicato, caldo profumo della pelle dietro l'orecchio di Bill. Si ricorda quel posto, è quello che preferisce in suo fratello. Quando si abbracciano è lì che il viso di Tom finisce, spesso.
E profuma talmente di buono. Profuma di Bill, di pelle pulita e sonno. Lui profuma di giorni innocenti e felici, di infanzia, conforto e casa.
Tom scivola ancora avanti, sporgendosi verso l'interno, e l'odore dei capelli di Bill evoca immagini completamente diverse. I capelli di Bill sanno di shampoo costoso, olio di mandorle, calendula e altre cazzate alla frutta. Tom chiude gli occhi per essere circondato dal profumo di un bellissimo ragazzo che si prende cura di sé. Un ragazzo che è pronto per essere toccato.
Tom non l'ha toccato. Ma vorrebbe. Non hanno specificatamente parlato di questo, ma hanno quasi mancato un centinaio di mezzi baci e un centinaio di momenti nei quali Tom aveva il cuore in gola ed era stato ad un secondo, un mezzo secondo, un millesimo di secondo, dallo spingere Bill sulla schiena. Tom vuole baciarlo. Propriamente, sobriamente, deliberatamente.
Ma Bill non è congelato, è solo addormentato. Si sposta un po', spinge appena sulle tempie di Tom. Gli occhi di Tom si strizzano, chiusi. Due bicchieri hanno fatto addormentare velocemente Bill, ma due bicchieri hanno rubato a Tom l'autocontrollo ed è eccitato. E' davvero eccitato, solo per l'odore del suo proibito e prezioso compagno di letto.
Ha preso solo due birre, allora perchè la testa gli gira? Perchè non sta indietreggiando? Come può la sua mano muoversi di testa sua, verso le coperte sparse, storte, attorno alle anche di Bill?
Bill si agita sempre nel letto e le coperte lo scoprono per metà. Allora si sveglia infreddolito, stizzito e mezzo addormentato, attorcigliato a loro. Bill non sarà mai capace di dividere il letto con qualcuno. Tom spera che Bill non imparerà a tollerare un compagno di letto. Tom vuole che Bill sia felice, che sia soddisfatto.
Se qualcuno mai toccasse Bill, Tom gli romperebbe le dita.
Le dita di Tom trovano un triangolo di pelle nuda e vi scivolano sopra, solleticando solo un po' la vita di Bill. Quasi niente. Il bordo della sua stella dovrebbe essere qualche millimetro più in là. Se solo spingesse l'elastico un pochino di più...
<< Bill? Sei sveglio? >> E' poco più che un sussurro. Tom non vuole svegliare Bill ma deve sapere... << Rimarrai addormentato? >> Le mani di Tom si girano, il pollice vaga sul punto più alto del tatuaggio. Le ragazze toccano, le ragazze gridano. Nessuna ragazza ha mai toccato questo. Tom non dovrebbe toccarlo. Non ne ha il permesso. << Rimarrai addormentato per me? >> Chiede, quasi a volume normale.
La sua mente non è collegata alla sua bocca o alle sue mani. Tom sta guardando un pervertito che gli assomiglia. Dal profondo dell'ultimo bastione della ragione in lui, sta guardando uno spiacevole individuo molestare suo fratello che dorme. Erano solo due birre? Non riesce a sentire le mani, ma i polpastrelli tremano, come tracciando il bordo dei corti boxer di suo fratello.
Bill raramente indossa una maglietta a letto, ma questa notte ce l'ha, ha una canottiera da ragazzo, sportiva, allacciata e forse è quello che fa impazzire così Tom. Vedendo tutte le volte così tanto di lui, è quello che Bill aveva scelto di nascondere che lo spingeva oltre il limite. Tutto quello che può vedere è un piccolo frammento di carne, il più marginale accenno del tatuaggio. Tom spinge la mano in basso nei jeans mezzi allacciati e comincia a sfregarsi.
<< Continua a dormire >> ansima regolando un ritmo furioso su sé stesso << Solo qualche minuto, per favore? >>
Non è lui che parla. Nella salvezza della sua rocca di morale, Tom può sentire il maniaco sussurrare a Bill, mentre la sua mano si muove freneticamente e rumorosamente sul suo membro sofferente. Tom sente la stimolazione, però. Anche dal suo trono di indignazione sente il sollievo che gli dà il movimento veloce.
Bill si muove nel sonno. Tom si profila minaccioso su di lui, gli occhi che scintillano al centimetro di pelle svelato, il rialzo del capezzolo scuro che spicca attraverso la leggera stoffa della maglietta e, finalmente, la sua bocca perfetta, che riposa leggermente aperta attorno ai respiri di sonno profondo. Bill trema e, solo per un momento, la sua lingua dardeggia fuori per bagnare le labbra.
Il demone che guida Tom lo fa accelerare. Si spinge indietro e si regge sulle ginocchia ripiegate, così da avere due mani libere. Una per l'incessante bisogno di stimolazione e l'altra, l'altra per tirare su la maglia di Bill. Solo un po', solo un po' di più.
<< Non svegliarti >>
E' un desiderio falso, in un certo senso. Tom morirebbe di vergogna se Bill si svegliasse, specialmente ora che ha oltrepassato quel momento, il che significa che non è più in grado di fermarsi. Ma nelle sue fantasie, l'istante in cui si permetteva di lasciarsi andare era precisamente quello in cui Bill si svegliava. Bill si svegliava, gentilmente sbatteva le palpebre al mondo, e gli sorrideva. Si allungava, ondeggiava il retro del collo nel modo tenero in cui lo fa, in cui lo fa sempre, e teneva Tom lì, che si toccava frenetico, curvo sul fratello.
Nelle indulgenze di Tom, Bill si leccava le labbra esageratamente, così che Tom potesse vedere la sua lingua e pensare a quanto disperatamente la desiderava pressata addosso, che lo succhiava, o semplicemente avvolta attorno alla sua stessa lingua. Le carezze di Tom si velocizzano, nelle fantasie come nella realtà, nella quale Bill che si sveglia potrebbe significare la fine di tutta la fiducia e l'intimità...
Tom non riesce a pensarci. E' posseduto, non è sé stesso. E' una unica, vivace terminazione nervosa, che cerca il suo piacere senza curarsi affatto della possibilità che Bill si svegli.
Nel suo impossibile mondo perfetto, Bill percepisce la sua vicinanza al culmine e si strattona la maglia, tirandola di colpo più su, sotto le braccia, esponendo il suo lungo corpo pallido e la tiene lì, attorcigliandola giusto un po', mugolando quando il seme di Tom lo colpisce, marchiandolo sullo stomaco, trattenendolo a sé mentre butta la testa all'indietro e geme dissennatamente.
Tom viene con lo stesso gemito, ma la sua eccitazione è per la maggior parte limitata negli enormi jeans e non deve pulire Bill. E' ancora addormentato, e tutto ciò che mostra è lo stesso frammento di carne. La mano di Tom, appiccicosa del suo piacere, tira giù il bordo della maglietta di Bill, sfiorando la sua pelle minimamente, accidentalmente, appena mentre gli tira le lenzuola sulle spalle.
E' un degenerato, un pervertito. Tom è lo spiacevole individuo che stava molestando suo fratello, lui che ancora dorme, ignaro, e finge che domani non si sveglierà tanto disperato giusto da confessare, e giusto quel poco più vicino ad arrendersi. Dirà mai a Bill ciò che ha fatto?
Probabilmente. E' malato, ma è... come una devozione disperata.
Tom è fottuto nella testa. Sarà a malapena capace di guardare Bill, domani.
Ma nel frattempo, deve imitare il fratello nella pulizia e nel sonno. Deve raschiare via l'evidenza del suo peccato dai polpastrelli e cercare di non pensare alla violazione che ha commesso.
Si dirige verso la doccia e non guarda Bill. Non vede la mano di Bill che, silenziosa e lenta, attraversare il suo stomaco, raccogliendo la piccola striscia appiccicosa dove le mani sporche di Tom hanno sfiorato la sua pelle. Non vede la mano spostare le coperte finché Bill può lasciar scivolare i polpastrelli in bocca e metodicamente consumare tutte le cellule che riesce.
Tom non l'ha visto. Quando sarà pronto, Bill si sveglierà.
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Versione inglese in spoiler (fortuna ce l'avevo salvata u.ù)
He likes to talk, does Tom’s little brother. He has so very, very much to say. He likes the sound of his own voice and, in his defence, it’s not as if anyone ever asks him to be quiet. There is no limit to the amount he is invited to talk.
Tom likes the sound of Bill’s voice, too. It’s just as well, as its song (so different from his own voice) fills his ears more than anything else. Bill’s chatter, Bill’s whispers, Bill’s whining, Bill’s jokes, Bill’s questions and the never-ending melody that is always on his lips in some form.
Tom pretends it pisses him off, and sometimes he is most certainly less well-disposed to it than others. But Bill’s voice is a sort of theme music to his life and without it, he is unaccompanied.
Bill is quiet now. Bill lies silently in his bed, sleeping soundlessly. Bill has never snored, except when he’s really drunk and then it’s more sort of a heavy, broken breathing. But mostly, he sleeps quietly, his only sounds the gentle whisper of every fifth breath pushing past his slightly parted lips.
Tom can’t sleep tonight. Bill has had a couple of drinks and passed out as soon as his head hit the pillow. He was so tired.
Tom thinks Bill has never looked more beautiful. Bill’s not about to wake up, Bill’s not about to make a crack or a demand or anything else. Bill’s not going to look at him questioningly and make Tom feel guilty about his constant gaze or the awful, awful things that he feels. Instead, Tom can just sit beside him, watch him sleep, study every inch of his face, lean in closer and check, just check, that Bill hadn’t gone and changed again while Tom wasn’t looking.
Bill won’t even wake if Tom crawls onto the bed beside him, lies down next to him, resting his face close to Bill’s. Bill won’t wake as Tom creeps closer and closer, until their noses are almost touching. Tom angles his head, leaning forward, his lips nearly grazing Bill’s cheek, sucking in slowly and smelling the soft, warm scent of the skin behind Bill’s ear. He remembers this place, it’s his favourite place on his brother. When they embrace, it’s where Tom’s face ends up, more often than not.
And it smells so good. It smells like Bill, like clean skin and sleep. He smells like happy, innocent days, like childhood and comfort and home.
Tom creeps forward, leaning in, and the scent of Bill’s hair evokes a completely different response. Bill’s hair smells of expensive shampoo, almond oil, calendula and other fruity crap. Tom closes his eyes to be surrounded by the scent of a beautiful boy who takes care of himself. A boy who is ready to be touched.
Tom hasn’t touched him. But he wants to. They have very specifically not talked about it, but they’ve had a hundred near-misses, a hundred almost-kisses and a hundred moments when Tom’s heart has been in his throat and he’s been a second, half a second, a millisecond away from knocking Bill onto his back. Tom wants to kiss him. Properly, soberly, deliberately.
Bill’s not frozen, he’s just asleep. He shifts a little, nudging Tom’s temple. Tom’s eyes squeeze shut. Two drinks have Bill fast asleep, but two drinks have robbed Tom of his self-control and he’s hard. He’s really hard, just from the scent of his forbidden, precious bedfellow.
He only had two beers, so why is his head spinning? Why isn’t he backing off? How can his hand be moving of its own accord, to where the covers lie twisted around Bill’s hips?
Bill always squirms in bed and the covers always end up half off him. Then he wakes up cold and grumps, half-asleep, twisting himself up in them. Bill will never be able to share a bed with anyone. Tom hopes Bill won’t learn to tolerate a bedfellow. Tom wants Bill to be happy, to be satisfied.
If anyone ever touched Bill, Tom would break their fingers.
Tom’s fingers find a triangle of bared skin and slide across it, just a little tickle at Bill’s waist. Hardly anything. The edge of Bill’s star must be millimetres away. If he pushes the elastic just a little further…
“Bill? Are you awake?” It’s barely more than a whisper. Tom doesn’t want to wake Bill but he needs to know… “Are you going to stay asleep, Bill?” Tom’s hand turns, his thumb drifting over the topmost point of the tattoo. Girls reach, girls scream. No girl ever touches this. Tom shouldn’t be touching this. He doesn’t have permission. “Are you going to stay asleep for me?” he asks, almost normal volume.
His mind isn’t attached to his mouth or his hands. Tom is watching a pervert who looks like him. From deep within the last bastion of sense within him, he is watching a creep molest his sleeping brother. Was it only two beers? He can’t feel his hands, but his fingertips are tingling as they trace the waistband of his brother’s boxer shorts.
Bill rarely wears a T-shirt to bed, but tonight he has, he’s got some strappy boy tank-top thing on and maybe that’s what’s driving Tom so crazy. Seeing so much of Bill all the time, it’s what Bill has chosen to conceal that tipped him over the edge. All he can see is a tiny sliver of flesh, the barest hint of the tattoo. Tom shoves his hand down his half-fastened jeans and starts to rub at himself.
“Stay asleep,” he pants as he sets a furious rhythm against himself. “Just a few minutes, please?”
It’s not him speaking. In the safety of his own moral fortress, Tom can hear the sexual deviant whimpering at Bill, as his hand jerks noisily at his aching cock. Tom feels the stimulation, though. Even from his seat of moral outrage, he feels the relief that the rapid jerks bring.
Bill shifts in his sleep. Tom’s looming over him, eyes flickering between the inch of skin revealed, the rise of a dark nipple that peaks up through the thin fabric of Bill’s shirt and, finally, his perfect mouth, resting slightly open around the deep breaths of deep sleep. Bill shivers and just for a moment, his tongue darts out to wet his lips.
The demon that has hold of Tom drives him faster. He pulls back so he’s supporting himself on bent knees, so he’s got two hands free. One for the incessant need for stimulation and the other, the other is for pushing Bill’s shirt up. Just a little, just a little more.
“Don’t wake up.”
It’s a false wish, in a way. Tom would die of shame if Bill woke up, especially now, as he passes the moment that means he’ll no longer be able to stop himself. But in his fantasies, in the moments he allows himself to drift, this is precisely when Bill does wake up. Bill wakes, blinks gently into the world, and smiles at him. Bill reaches up, cradles the back of his neck in the tender way he does, he constantly does, and holds Tom there, curved over his brother, jerking off.
In Tom’s indulgence, Bill licks his lips dramatically, so Tom can see the stud and think of how badly he desires it pressed into his seam, fucking around with his dick, or just wrapped around his own tongue. Tom’s strokes speed up, in the fantasy and in the real room where Bill waking might spell the end for all trust and intimacy…
Tom can’t think of that. He’s been possessed, he’s not himself. He’s a single, sparkling nerve ending, pursuing his pleasure and beyond caring if Bill wakes at all.
In his impossible, perfect world, Bill senses Tom’s closeness to climax and tugs at his top, yanking it up under his arms, exposing his long, pale body and holding it there, twisting just so, whimpering when Tom’s come hits him in the stomach, streaking him in possession as Tom throws his head back and moans deliriously.
Tom comes with that same moan, but his cock is still mostly restrained inside his enormous jeans and he doesn’t have to clean Bill free of spunk. Bill is still asleep, and all that is exposed is that same sliver of flesh. Tom’s hand, sticky with come, pulls the edge of Bill’s shirt down, brushing his skin just barely, just accidentally, as he tugs the sheets back up to Bill’s shoulders.
He’s a degenerate, he’s a pervert. Tom’s the creep, molesting his brother who still sleeps on, oblivious, pretending he won’t wake up tomorrow just as desperate to confess, and just that little bit closer to giving in. Will he ever tell Bill that he has done this? Probably. It’s sick, but it’s… a sort of desperate devotion.
Tom is fucked in the head. He will barely be able to look at Bill tomorrow.
In the meantime, he must join his brother in cleanliness and sleep. He has to scrape the evidence of his sin from his fingertips and tries not to think about the violation he has committed.
He heads to the shower and doesn’t look at Bill. He doesn’t see the quiet, slow hand that Bill draws across his stomach, gathering the little sticky stripes where Tom’s come-covered fingers have brushed his skin. He doesn’t see the hand travel up the bedsheets until Bill can let the fingertips slide into his mouth and methodically consume every cell he can.
Tom hasn’t seen it. Bill will wake up when he’s ready.
